Il villaggio di Carturo fu teatro di un esacrando delitto perpetrato nell'anno 1637. In quell'anno abitava a Carturo un padovano certo Domenico Bergamo; agiato agricoltore, che aveva per moglie una bellissima e' virtuosa donna. di nome Maddalena. Il vicentino conte Antonio Tiene, che spesso si recava a Carturo per andare a caccia nell'attiguo bosco del quale una parte era sua proprietà s'invaghì di quella sposa, ma per quanto facesse o le promettesse non ottenne da essa alcuna speranza. Una notte burrascosa, il 28 ottobre 1637 il conte Tiene assieme con certi Alessandro Traverso e Francesco Vitelli suoi bravi. entrarono nel silenzioso villaggio, mascherati e armati di archibugio assalirono la casa del Bergamo, ferirono costui e rapirono la donna portandola oltre Vicenza in un castello del conte. Il mattino seguente, scopertosi il fatto, non si sa perché gli abitanti del villaggio incolparono un signorotto del luogo certo Ottavio Cremona ed altri. Il Cremona che sapeva chi erano i veri colpevoli, temendo che le voci a suo carico giungessero agli orecchi dell'autorità c di venir arrestato, avvertì il conte Tiene che trovasse modo di salvarsi perché egli aveva deciso di denunciarlo. Il conte invece, d'accordo coi suoi complici, trasse il Cremona in un'imboscata e con un colpo di archibugio lo uccise. Altri però in paese conoscevano i fatti ed i colpevoli del ratto. tra i quali il marito Bergamo che non era morto, e il Consiglio dei Dieci fece arrestare e tradurre a Venezia il Tiene Colà venne condannato a dieci anni di carcere semplice, ma vi rimase ben poco, perché essendo nobile e ben protetto. venne poco dopo graziato dal Doge Francesco Erizzo.
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